L’anno magico di Adriano Panatta

La carriera di Adriano Panatta non si può certo ridurre ad una sola stagione. Dalla semifinale al torneo Juniores di Wimbledon nel 1968 fino all’ultima partita giocata al torneo di Kitzbuhel nel 1983 le soddisfazioni non sono mai mancate, 10 titoli vinti in singolare su 26 finali e ben 18 in doppio su 28 fanno di lui il tennista italiano più vincente nell’Era Open.

C’è però una stagione in particolare in cui il fuoriclasse romano si è superato, quella del 1976. In quell’anno Panatta ha ottenuto i successi più prestigiosi della sua carriera e raggiunto la quarta posizione nel ranking mondiale, la più alta in carriera.

Quella stagione a primo impatto non sembra spettacolare: soltanto due tornei vinti in singolare e nessuno in doppio. Poi si guarda più attentamente e si nota che i tornei vinti sono gli Internazionali d’Italia e il Roland Garros e che, insieme a Paolo Bertolucci, Corrado Barazzutti e Tonino Zugarelli, ha conquistato la prima ed unica Coppa Davis per l’Italia.

Gli Internazionali d’Italia

Dopo alcuni buoni risultati nella prima parte di stagione, tra cui due semifinali a Barcelona e Stoccolma, il 24 maggio Panatta prende parte per la nona volta agli Internazionali d’Italia.

La partita d’esordio contro l’australiano Kim Warwick è una vera battaglia, Panatta la vince in rimonta al tie-break del terzo set, 3-6, 6-4, 7-68, dopo aver rimontato da uno svantaggio di 5-1. In quel match stabilisce un particolare record, ad oggi ancora imbattuto, in quanto annulla all’avversario ben 11 match-point, di cui 10 in risposta.

Il secondo turno e gli ottavi di finale sono decisamente più agevoli, Adriano sconfigge senza troppi problemi prima Tonino Zugarelli per 7-6, 6-3 e poi Željko Franulović con un perentorio 6-4, 6-1.

Ai quarti di finale incontra l’americano Harold Solomon e rischia grosso facendosi rimontare nel terzo set da 4-0 a 5-4, ma nel decimo game, sullo 0-30, Solomon, convinto di aver subito un torto arbitrale abbandona il match. Il punteggio finale è un insolito 6-2, 6-7, 4-5 RIT.

Semifinali e finale si giocano al meglio dei cinque set. Nel primo match l’avversario è John Newcombe, l’ultimo degli australiani dominatori degli anni ’60. Panatta domina il match chiudendo con il punteggio di 6-2, 6-4, 6-4.

Il 30 maggio è il grande giorno. In finale Adriano trova la testa di serie numero uno del torneo e numero due della classifica mondiale, l’argentino Guillermo Vilas.

Panatta perde il primo set 6-2, ma poi rimonta. Vince 7-65 il secondo set, 6-2 il terzo e infine, dopo aver annullato tre set-point consecutivi a Vilas, conquista il quarto e decisivo set per 7-6, lasciando solo un punto all’avversario nel tie-break.

Panatta è il quinto italiano a vincere gli Internazionali d’Italia dopo Emanuele Sertorio nel 1933, Giovanni Palmieri nel 1934, Fausto Gardini nel 1955 e Nicola Pietrangeli nel 1957 e 1961, e il primo e finora unico nell’era Open.

La conquista del Roland Garros

Due giorni dopo aver vinto Roma è la volta del Roland Garros. Panatta è testa di serie numero 8 del torneo.

Come a Roma il primo turno, contro il cecoslovacco Pavel Hutka, è una battaglia. Il match si conclude al quinto set sul 2-6, 6-2, 6-2, 0-6, 12-10 con Panatta che salva un match-point sul 9-10.

Decisamente più agevoli le partite successive. Al secondo turno Adriano vince facilmente per 6-3, 6-2, 6-4 contro il giapponese Jun Kuki e nel match successivo sconfigge un altro cecoslovacco, Jiri Hrebec, con il punteggio di 7-5, 6-3, 6-4. Agli ottavi incontra ancora una volta lo Jugoslavo Željko Franulović sul quale ha la meglio in quattro set per 6-2, 6-2, 6-7, 6-3.

Ai quarti di finale lo aspetta la prova più impegnativa, l’avversario è il numero 3 del mondo e testa di serie numero 1 del torneo, nonché bicampione in carica, Björn Borg.

Lo svedese in carriera aveva perso un solo match al Roland Garros, erano gli ottavi di finale del 1973, e proprio da Adriano Panatta. La storia si ripete, Panatta vince nuovamente, in quattro set come tre anni prima, per 6-3, 6-3, 2-6, 7-6.

Questa sarà l’ultima sconfitta di Borg al Roland Garros, facendo del fuoriclasse romano l’unico tennista ad averlo eliminato sulla terra rossa parigina.

Dopo il grande successo su Borg, Panatta vince nettamente la semifinale con l’americano Eddie Dibbs per 6-3, 6-2, 6-4, e si qualifica per la prima, e unica volta in carriera, per la finale di un torneo dello Slam.

Per la finale la sorte gli riserva una bella sorpresa, il suo avversario è Harold Solomon, lo stesso che aveva abbandonato il match per proteste due settimane prima a Roma.

Solomon è un giocatore regolare e molto tenace, ma Panatta impone fin da subito la propria superiorità tecnica e vince senza troppe difficoltà i primi due set per 6-1 e 6-4. Il terzo set, complice un calo fisico, va all’americano col punteggio di 6-4.

Nel quarto parziale l’italiano parte forte e prende vantaggio fino al 5-2, ma Solomon non molla e si riporta in corsa portando il set al tie-break. Panatta ancora una volta si dimostra più forte nel momento cruciale e vince dominando col punteggio di 7-3 il tie-break che gli vale il primo e unico Slam in carriera.

La Coppa Davis

Se già la stagione è da considerarsi trionfale grazie alla doppietta Roma-Parigi, la conquista della Coppa Davis la rende unica.

Per il 1976 l’Italia ha un nuovo capitano non giocatore, Nicola Pietrangeli, due volte vincitore al Foro Italico e al Roland Garros nell’era amatoriale. La squadra è decisamente di alto profilo, i quattro componenti sono Adriano Panatta, Corrado Barazzutti, Paolo Bertolucci e Tonino Zugarelli.

L’Italia vince facilmente i primi due match in aprile e maggio, contro Polonia e Jugoslavia, entrambi per 5-0. Il match successivo si gioca a metà luglio a Roma contro la Svezia, che priva di Borg, non oppone adeguata resistenza agli azzurri che vincono per 4-1.

L’ultimo avversario da sconfiggere per poter giocare la final four è la Gran Bretagna. Si gioca tra il 5 e il 7 di agosto sul campo 1 di Wimbledon. Zugarelli e Panatta vincono i loro singoli, il doppio va ai britannici che così accorciano sul 2-1, ma gli ultimi due match vengono vinti ancora dagli italiani che si qualificano per la semifinale di fine settembre.

Gli avversari sono i fortissimi australiani, il match è combattuto e si decide solo all’ultimo incontro. Il primo giorno Barazzutti batte Newcombe, ma Panatta cede a John Alexander. Il giorno successivo c’è il doppio, da una parte Panatta e Bertolucci, dall’altra Newcombe e Roche, tutti doppisti di altissimo profilo. Il match viene dominato dagli azzurri che si impongono per tre set a zero. È 2-1 per l’Italia.

Nella giornata finale sono previsti altri due singolari. Il primo va all’Australia grazie ad Alexander che si impone su Barazzutti, il secondo e decisivo match invece lo vince Panatta in rimonta su Newcombe. L’Italia è in finale.

La finale si gioca a Santiago contro il Cile, ma si è rischiato di non disputarla. I politici italiani infatti avevano intenzione di boicottare il capo di stato cileno Pinochet. Fortunatamente hanno ceduto allla decisa volontà di giocarla da parte di Pietrangeli.

Il match ha poca storia, dopo il primo giorno l’Italia è sul 2-0 grazie a Barazzutti e Panatta, e con la vittoria in doppio di Panatta e Bertolucci la Coppa Davis è finalmente conquistata. Panatta vince anche il match dell’ultimo giorno e la vittoria di Prajoux su Zugarelli fissa il punteggio sul 4-1 che vale la mitica “insalatiera” agli azzurri.

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Andrea Cosmo

Classe 1994, maturità classica e laurea triennale in chimica. Lo sport scandisce da sempre i tempi della mia vita. Sono tifoso della Juventus e grande appassionato di Harry Potter. Amo la montagna e i giochi da tavolo, leggere gialli e risolvere giochi enigmistici.

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