Super League: un cambiamento epocale per il calcio

La scorsa notte è arrivato un comunicato destinato a cambiare il mondo del calcio. Dodici tra i più grandi club europei hanno annunciato la formazione di una nuova competizione continentale, la Super League, controllata dai club stessi.

I club in questione sono Juventus, Milan e Inter dall’Italia; Real Madrid, Barcelona e Atletico Madrid dalla Spagna; Manchester United, Manchester City, Liverpool, Chelsea, Arsenal e Tottenham dall’Inghilterra. A questi dovrebbero aggiungersi, nei piani dell’ESL, altri tre club per un totale di 15 Club Fondatori.

Il Format

Il format ideato dall’ESL prevede la partecipazione di 20 squadre comprendenti i 15 Club Fondatori e cinque altre squadre che potranno qualificarsi grazie a risultati ottenuti nella stagione precedente.

Le partite si giocherebbero durante la settimana in modo che le squadre partecipanti possano prendere parte ai rispettivi campionati nazionali.

La competizione comincerebbe in agosto con le squadre divise in due gruppi da dieci che giocherebbero partite di andata e ritorno. Le prime tre di ogni girone si qualificherebbero ai quarti di finale, mentre le quarte e le quinte si sfiderebbero in un play-off per gli ultimi due posti disponibili.

Dai quarti di finale in poi il format sarebbe identico a quello delle attuali competizioni europee: partite ad eliminazione diretta con andata e ritorno per i quarti e le semifinali e gara unica in campo neutro per la finale.

Il format ricorda da vicino quello dell’attuale Eurolega di basket, a cui partecipano 18 squadre di cui 11 fisse, cinque qualificate tramite risultati e due wild card. Le due competizioni avrebbero in comune anche il fatto di non essere gestite dalle federazioni europee di competenza, UEFA da un lato e FIBA Europe dall’altro.

La ESL ha espresso l’intenzione di cominciare la competizione al più presto, quindi la si potrebbe vedere già dalla prossima stagione, e di crearne una corrispondente per il calcio femminile.

Chi parteciperebbe alla Champions League allora?

Il quesito si può allargare anche all’Europa League ed alla nuova competizione UEFA, la Conference League. Per provare a rispondere a questa domanda diamo un’occhiata alla Serie A, alla Liga e alla Premier League.

Dall’Italia, ad oggi, si qualificherebbero per la Champions League Atalanta, Napoli, Lazio e Roma, il Sassuolo ottavo e il Verona nono in Europa League e la Sampdoria, decima, nella nuova Conference League.

Dalla Liga arriverebbero Siviglia, Villarreal, Real Betis e Real Sociedad in Champions, il Granada ottavo e il Levante nono in Europa League e il Celta Vigo, decimo, in Conference League.

Dalla Premier League avremmo Leicester City, West Ham, Everton e Leeds United in Champions, l’Aston Villa undicesimo e il Wolverhampton dodicesimo in Europa League e il Crystal Palace, addirittura tredicesimo, in Conference League.

La prima ovvia considerazione è che una Champions con le squadre sopra menzionate non avrebbe lo stesso appeal che ha attualmente, mentre si può dire che Europa League e Conference League soffrirebbero meno l’assenza dei club dell’ESL.

Il secondo punto riguarda il criterio di qualificazione alle competizioni UEFA. Viene da chiedersi, infatti, se arrivare ottavi, decimi o tredicesimi in campionato, anche nel campionato di più alto livello e senza vincere coppe nazionali, possa essere sufficiente per qualificarsi alle coppe europee l’anno successivo, quando invece in un buon campionato come la Ligue 1 francese sarebbe ancora necessario arrivare almeno quinti, se non quarti.

La guerra di UEFA, FIFA, ECA e federazioni nazionali

Tutti gli scenari sopra elencati rimangono ad ora impraticabili, vista la guerra scatenata da UEFA, FIFA, federazioni nazionali ed ECA, ovvero l’European Club Association di cui Andrea Agnelli era presidente fino a ieri.

La UEFA ha reso nota da subito la sua contrarietà definendo la Super League “un progetto cinico, che si fonda sull’interesse personale di pochi club in un momento in cui la società ha più che mai bisogno di solidarietà” ed affermando che “come annunciato dalla FIFA e dalle sei Federazioni, ai club interessati sarà vietato giocare in qualsiasi altra competizione a livello nazionale, europeo o mondiale, e ai loro giocatori potrebbe essere negata l’opportunità di rappresentare le loro squadre nazionali”.

La reazione dell’UEFA era del tutto prevedibile, la perdita di 12 club storici vincitori in totale di ben 99 trofei internazionali abbasserebbe notevolmente l’appeal delle attuali competizioni europee, comportando anche la diminuzione dei guadagni dal punto di vista economico.

L’esclusione dei giocatori dalle nazionali risulterebbe in un problema non di poco conto per diverse squadre.

La Spagna rimarrebbe senza David De Gea, Sergio Ramos, Jordi Alba, Sergio Busquets, Thiago Alcantara, Marcos Llorente, Alvaro Morata e molti altri.

L’Inghilterra dovrebbe fare a meno di Kyle Walker, Kieran Trippier, Ben Chilwell, Harry Maguire, Eric Dier, Phil Foden, Mason Mount, Harry Kane, Raheem Sterling, Marcus Rashford e vari altri.

Anche per l’Italia la situazione non sarebbe rosea senza Gianluigi Donnarumma, Alessandro Bastoni, Giorgio Chiellini, Leonardo Bonucci, Emerson Palmieri, Nicolò Barella e Federico Chiesa.

Provate poi ad immaginarvi il Portogallo senza Cristiano Ronaldo, Joao Felix e Bernardo Silva. O la Germania senza Toni Kroos, Ilkay Gündogan e Timo Werner. O la Francia senza Hugo Lloris, Raphaël Varane, Paul Pogba, N’Golo Kanté, Antoine Griezmann e Olivier Giroud.  O ancora il Belgio senza Thibaut Courtois, Toby Alderweireld, Kevin De Bruyne, Eden Hazard e Romelu Lukaku.

Vedendola in questo modo l’esclusione dei giocatori dei club dell’ESL dalle loro nazionali sembra quanto meno una pazzia.

Ora non resta che aspettare e vedere come si evolve la situazione e come cambierà il calcio. Ci aspettano lunghi e caldi mesi di trattative, negoziati e cause legali.

Andrea Cosmo

Classe 1994, maturità classica e laurea triennale in chimica. Lo sport scandisce da sempre i tempi della mia vita. Sono tifoso della Juventus e grande appassionato di Harry Potter. Amo la montagna e i giochi da tavolo, leggere gialli e risolvere giochi enigmistici.

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