Sayonara, la storia di Ada Pace

Era il 1947 quando Ada Pace, torinese classe 1924, scoprì la passione per i motori. Gareggiava in sella ad una Vespa nelle corse monomarca del Vespa Club. Vinceva tanto spesso da guadagnarsi il posto nel team ufficiale della Piaggio, per cui prese parte a molte gare, tra le quali anche la Sei Giorni e la Mille Chilometri, ottenendo incoraggianti risultati. Continuò a gareggiare in Vespa per diversi anni, vincendo in tre occasioni il Trofeo Nazionale Gincane.

Nel frattempo cominciò a partecipare anche ad alcune gare automobilistiche, anche se senza grande successo. Nel 1951 ci fu il cambio di rotta, quando Ada, a bordo di una Fiat 1500 6C, vinse contro ogni pronostico la Torino-Sanremo gettando nel panico organizzatori e famiglia.

I genitori non volevano che la figlia nubile andasse sola alla premiazione, gli organizzatori invece non sapevano come comportarsi, dato che il regolamento non prevedeva la vittoria di una donna. Fu trovata una soluzione: Ada Pace fu accompagnata, o meglio scortata, dalla madre sul podio, dove venne accolta con un mazzo di fiori dalla direzione di gara.

Ada continuò a gareggiare fino a diventare una testa di serie. I suoi risultati provocarono diversi malumori nei suoi colleghi uomini, tanto che ogni volta che saliva sul podio i direttori di gara venivano sommersi dai reclami dei piloti giunti alle sue spalle.

Nel 1957 al termine di una gara sul circuito di Lumezzane vinta dalla Pace, visti i numerosi reclami, il commissario Renzo Castagneto — patron della Mille Miglia — decise di far controllare anche le auto del secondo e del terzo classificato. Il risultato fu che le auto non regolari erano quelle dei due reclamanti che furono così squalificati.

Quando vinse la Coppa ACI nel 1960 a Modena, invece, il secondo e il terzo classificato non presero parte alla premiazione, per non stare in una posizione inferiore a quella di una donna.

Ada Pace non si faceva certo scoraggiare da questi atteggiamenti, anzi rispondeva a modo suo sbeffeggiandoli in gara. Era solita, infatti, mettere sul retro dell’auto, al posto della targa, la scritta “sayonara”, ovvero “arrivederci” in giapponese, come a voler dire agli avversari sorpassati “ci rivediamo dopo il traguardo”.

Sayonara fu il soprannome che la accompagnò per tutta la carriera, che utilizzò anche per iscriversi ad alcune gare. Per esempio, nel 1959 partecipò alla corsa in salita Aosta-Pila nella categoria Gran Turismo con un Alfa Romeo Giulietta Sprint Veloce come Sayonara e nella categoria Sport a bordo di una OSCA 1100 Sport come Ada Pace, vincendo quest’ultima gara con il record del tracciato.

Ada non era certo una persona che si perdeva d’animo. Nel 1957 durante la Mille Miglia ebbe un incidente, lei ne uscì illesa ma il commissario che l’aveva soccorsa le impedì di continuare la gara perché l’auto era senza una portiera. La sua Giulietta però era in grado di marciare e quindi Ada chiese di potere ripartire. Il commissario rimise la decisione al posto di controllo che si trovava dall’altra parte del fiume.

Data l’impossibilità di farsi sentire da una riva all’altra a causa del rumore dell’acqua, Sayonara si tolse la tuta e attraversò il fiume a nuoto. Purtroppo, però, non le fu consentito di portare a termine la corsa.

Negli anni successivi Ada Pace ottenne due dei successi più importanti della carriera. Nel 1958 vinse la Trieste-Opicina e nel 1960 conquistò la Targa Florio nella categoria 1100 Sport a bordo di una OSCA-Maserati.

Nel 1961 durante la 12 ore di Monza ebbe l’incidente più grave della carriera, quando poco prima della Grande Curva cedette una coppia conica della sua Giulietta SZ, provocando il decollo dell’auto e la caduta ruote all’aria. Ada si ritrovò imprigionata nella vettura con la benzina che filtrava nell’abitacolo, ma dimostrò ancora una volta una forza incredibile. Riuscì a spostarsi sui sedili posteriori e, sfondato il lunotto a gomitate, uscì giusto in tempo dall’auto che poco dopo prese fuoco.

Nello stesso anno un altro incidente la segnò particolarmente. Fu testimone dello schianto che costò la vita al suo fidanzato Giulio Cabianca, che stava testando una Cooper-Ferrari sul circuito di Modena.

Da allora gareggiò sempre indossando il casco rosso che Giulio le aveva regalato, fino al 1965, quando dopo un incidente, da cui uscì fortunatamente illesa, occorsole durante il Rally dei Fiori, decide di ritirarsi dalle corse.

Photo sources

  • https://ruoteclassiche.quattroruote.it/addio-ad-ada-pace/
  • https://drivetribe.com/p/the-inspirational-women-of-motorsport-BXy_s864TSCWFVz76SWr5A?iid=fNsIULMMR46g2VBs6QBG0g
  • https://www.notizie.it/morta-sayonara-ada-paca-la-piu-forte-pilota-italiana-degli-anni-60/

Andrea Cosmo

Classe 1994, maturità classica e laurea triennale in chimica. Lo sport scandisce da sempre i tempi della mia vita. Sono tifoso della Juventus e grande appassionato di Harry Potter. Amo la montagna e i giochi da tavolo, leggere gialli e risolvere giochi enigmistici.

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2 comments on “Sayonara, la storia di Ada Pace

  1. Che bella storia! Che donna!
    Immagina la faccia dei colleghi uomini 😂 farsi superare da una donna! Bell’articolo grazie

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