Emil Zatopek aveva 16 anni e lavorava per una ditta produttrice di scarpe, quando un giorno l’allenatore sportivo della fabbrica scelse lui ed altri tre ragazzi per partecipare ad una corsa. Emil non pensava di essere abbastanza forte ed allenato per gareggiare. L’allenatore allora gli fece fare una visita dal medico, il quale disse che il ragazzo era in salute e poteva correre.
“Quando iniziai la gara, sentii che volevo vincere, ma arrivai solamente secondo”, così raccontava la sua prima corsa Zatopek. Per la cronaca, arrivò secondo su cento concorrenti in quella sua prima gara.
Così decise di iscriversi al club atletico locale, dove sviluppò un suo metodo di allenamento particolare, basato su quello che aveva letto del grande corridore finlandese Paavo Nurmi, nove volte campione olimpico neglli anni Venti.
Il suo modo di correre era agli antipodi rispetto a quello considerato più efficiente al tempo. Emil correva con la testa inclinata, il corpo che oscillava da una parte all’altra e ansimava talmente forte da guadagnarsi il soprannome “Locomotiva Umana”.
Nel 1946 venne selezionato per la prima volta per i Campionati Europei per i 5000m. Chiuse la gara al quinto posto, battendo il record nazionale cecoslovacco, che già gli apparteneva, di ben 25 secondi.
Ottenne i primi successi alle Olimpiadi di Londra due anni dopo conquistando l’argento nei 5000m e andando a vincere i 10000m davanti a quello che sarebbe diventato il suo più grande rivale, il francese Alain Mimoun.
In gara alle Olimpiadi londinesi c’era anche una promettente giavellottista cecoslovacca, Dana Ingrova, nata come Emil il 19 settembre del 1922 e che con Emil era fidanzata. I due si sposarono dopo i giochi e rimasero uniti fino alla scomparsa di Zatopek nel 2000.
Fu nel 1952, alle Olimpiadi di Helsinki, che Emil Zatopek entrò nella leggenda dell’atletica leggera, vincendo 5000m, 10000m e maratona, impresa mai riuscita a nessun altro pirma o dopo di lui.
Il primo oro arrivò nei 10000m, che Emil vinse stabilendo il nuovo record olimpico. Alle sue spalle, come quattro anni prima, giunse Alain Mimoun.
I 5000m Emil li vinse con un ultimo giro corso in 57.5s, passando dal quarto al primo posto all’ultima curva, secondo fu ancora una volta Alain Mimoun. Come nelle storie più belle, un’ora dopo sua moglie Dana vinse la gara di tiro del giavellotto.
Emil in conferenza stampa cercò di prendersi un po’ di merito per la vittoria della moglie, asserendo che la propria vittoria l’avesse ispirata. Pronta fu la risposta di Dana: «Davvero? Va bene, vai ad isipirare un’altra ragazza e vedi se riesce a lanciare un giavellotto a più di cinquanta metri!»
Zatopek non avrebbe dovuto correre la maratona, non ne aveva mai fatta una nella sua vita, ma all’ultimo momento decise di predervi parte. Il favorito della gara era l’inglese Jim Peters, detentore del record mondiale. La strategia di Emil era di mettersi dietro a Peters e cercare di restargli vicino.
L’inglese partì fortissimo mantenendo un ritmo estremamente alto, tanto che al quindicesimo chilometro Zatopek gli domandò se non stessero andando troppo forte. Peters, sorpreso, gli rispose: «troppo forte? Semmai stiamo andando troppo piano».
Allora Zatopek accelerò e Peters, quando da poco erano passate le due ore di gara, fu costretto al ritiro. Emil giunse all’arrivo in solitudine e tagliò il traguardo per primo stabilendo il nuovo record olimpico.
Emil Zatopek partecipò anche alla maratona olimpica a Melbourne nel 1956 chiudendo al sesto posto in quello che fu il grande giorno del suo rivale Alain Mimoun.
Photo sources
- https://www.atletidisagiati.it/news/emil-zatopek-la-locomotiva-umana/
- https://www.repubblica.it/sport/running/storie/2018/01/30/news/emil_la_locomotiva_umana_non_avevo_il_talento_per_correre_e_sorridere_al_tempo_stesso_-187663786/
- https://prozeny.blesk.cz/clanek/pro-zeny-laska-a-vztahy-laska-a-vztahy/578056/emil-zatopek-slavny-sportovec-prozil-lasku-jako-z-cervene-knihovny.html