Mondiali di Sierra Nevada, Spagna, è il 22 febbraio del 1996, il giorno dello slalom gigante femminile. Dieci giorni prima Isolde Kostner ha rotto la maledizione delle gare femminili dei Mondiali per l’Italia vincendo il super-G — l’unica vittoria, ottenuta da Paula Wiesinger, era datata 1932 .
Ora tocca a Deborah Compagnoni, già campionessa olimpica a Albertville 1992 in super-G ed a Lillehammer 1994 proprio in slalom gigante che è tra le favorite insieme all’austriaca Anita Wachter, alle tedesche Katja Seizinger e Martina Ertl e a due giovani svizzere, Karin Roten e Sonja Nef. La stagione di Coppa del Mondo non era stata semplice fino a quel momento, Deborah infatti a settembre era stata operata nuovamente al ginocchio destro, quello dell’infortunio di Zinal del 1988, e aveva conquistato soltanto un podio a Maribor il 5 gennaio.
Quando è il turno di Deborah Compagnoni nella prima manche Sonja Nef è al comando con un vantaggio consistente su Ertl e Wachter, l’azzurra parte bene ha soli sei centesimi di ritardo al primo intermedio ed è addirittura davanti di dieci a tre quarti della discesa, ma poi, complici il gran freddo — le temperature erano ben al di sotto dello zero — e soprattutto la stanchezza, commette un errore e rischia di inforcare. Al traguardo il ritardo è di un secondo e 14 centesimi, sembra sfumato l’oro, lei è gonfia di rabbia.
Tino Pietragiovanna, suo allenatore, allora la raggiunge e la rincuora: “Aspetta. La seconda manche l’ho tracciata io, è adatta alle tue caratteristiche. Puoi recuperare. Puoi pensare alla medaglia. Può succedere pure che capiti alla Nef quel che è successo a te”. A fine manche è quarta a 2 centesimi da Anita Wachter e a 41 da Karin Roten: “Possibile” dice Pietragiovanna, ovvero è possibile batterle. E Sonja Nef invece? “Non ha saputo vincere quando a Maribor era rimasta in testa nella prima manche, figurati per un titolo mondiale in ballo”.
La seconda manche di Deborah sulla pista Fuente del Tesoro, è quasi perfetta, arriva al traguardo con 7 decimi di vantaggio su Martina Ertl, facendo segnare il secondo tempo di manche dietro solo alla stessa Ertl. Adesso c’è solo da aspettare le ultime tre discese.
Prima scende l’austriaca Wachter che prende oltre un secondo da Deborah, la medaglia è sicura; dopo di lei tocca alla ventenne svizzera Roten che, patendo un po’ la tensione del momento, non riesce a dare il meglio e arriva in fondo con 35 centesimi di ritardo, ciò significa che Deborah è argento. Manca soltanto Sonja Nef. La svizzera esce dal cancelletto, una porta, due, tre e alla quarta sbaglia ed è fuori dai giochi, Deborah Compagnoni è campionessa del mondo.
I due anni successivi saranno i migliori della carriera, finalmente senza infortuni. Nella stagione 1996-97 conquisterà la Coppa del Mondo di slalom gigante, tra il 17 gennaio del 1997 e il 6 gennaio del 1998 vincerà ben 9 giganti consecutivi, tra cui quello valido per i Mondiali di Sestriere 1997, dove porterà a casa l’oro anche nello slalom speciale. Chiuderà il cerchio nel 1998 a Nagano con il secondo titolo olimpico consecutivo in gigante e la medaglia d’argento nello speciale, per poi ritirarsi al termine della successiva stagione.
Photo sources
- https://www.aics.it/?p=81283
- https://www.socialup.it/deborah-compagnoni-allori-dolori-biancori-neve/
Giusto iniziare con una grande campionessa come lei! Adesso mi aspetto qualcosa su Gustav Thoeni, Piero Gros, Alberto Tomba e poi, per il tennis, Adriano Panatta.
Grazie, sono felice che ti sia piaciuto. In futuro potrebbe arrivare qualcosa sui campioni che hai menzionato.
Bel racconto!
Qualcosa sul ‘rosso volante’?
Grazie Umberto. Prossiamamente arriverà qualcosa sul grande Eugenio Monti.
Grandissima campionessa e persona semplice. Ricordo quando la incontrai a Cortina… nessuno seguiva le donne purtroppo. Lei sorridente mi autografò lo ski pass. Bravo! Merita di essere ricordata
Grazie per avere condiviso questo tuo ricordo, Cinzia.
Bella iniziativa Andrea ..
Adesso attendo tuoi interventi su :
1) il mito Panatta , perché non ne nascono più in Italia
2) ma perché le squadre Italiane sono piene di stranieri ? Dove sono l’Inter di Boninsegna? La Juve di Bettega e cc….
Grazie Domenico. Su Panatta potrebbe arrivare qualcosa in futuro; il secondo argomento è molto interessante e allo stesso tempo complesso, quindi ci vorrà un po’ più di tempo per prepararlo come merita.
Bravo Andrea, mi piace questa Campionessa una persona simpatica, grande persona, Campionessa anche in modestia e gentilezza, mi ricorda tanto un grande Campione di ciclismo, quello che a quei tempi era considerato” il ciclismo dei poveri” anche Lui campione di modestia, vincitore di solo 5 Campionati del Mondo e vittoriese come noi, Renato LONGO merita senz’altro un posto nel tuo archivio, ma forse lo hai gia inserito sicuramente. Ciao pinciano
Ho letto qualcosa su Renato Longo poco tempo fa, sicuramente merita di essere conosciuto, grazie per il consiglio.